CHIESA DI S. MARCO
La Chiesa di San Marco di Caprarola si trova al termine di un’elegante scalinata di accesso. L’esterno risulta interessante nella sua semplicità: due livelli separati da una cornice orizzontale interrotti da lesene.
Nel 1569 due muratori di Caprarola ebbero l’appalto dei lavori della Chiesa di San Marco con la clausola di seguire il disegno del Vignola. I lavori si protrassero per molti anni ma venne comunque completata prima del 1599. La Chiesa era sede della Compagnia di San Marco, divenuta nel frattempo Confraternita della S.S. Trinità. L’interno è costituito da un’unica navata priva di abside e con il presbiterio rialzato. Più volte restaurata nel corso dei secoli conserva al suo interno diverse tele e affreschi di pregevole fattura. Attualmente si accede alla Chiesa tramite una larga e alta scalinata, che però in origine era più piccola dato che il livello del terreno era più alto, l’ingrandimento è dovuto ai recenti lavori di sistemazione di Piazza San Marco.
L’altare maggiore è impreziosito da una tela della fine del Cinquecento che raffigura la SS. Trinità, la Madonna con Gesù bambino, i Quattro Evangelisti e S. Giovanni Battista fanciullo, opera del pittore Giovanni Antonio Mussi, originario di Brescia.
Chiesa del Duomo San Michele Arcangelo
L’antica Chiesa parrocchiale, costruita intorno al 1400, era dedicata a S. Angelo ed era posta di fronte al palazzo Riario. Solo dai pochi libri parrocchiali si ha una vaga notizia della Chiesa primitiva che aveva una sola navata con abside semicircolare ed una torre a due celle campanarie con bifore e guglia a piramide.
Fu ristrutturata tra il 1595 ed il 1596, a seguito della realizzazione della via Diritta e del ponte dei Riario ed ampliata tra il 1618 ed il 1624.
Dopo il 1817 la Chiesa è stata completamente ricostruita - su progetto del noto architetto Giuseppe Valadier - a causa di un violento incendio che distrusse le strutture murarie, con danni irreparabili anche agli archivi ed agli arredi sacri. Si salvarono soltanto due opere di pregevole fattura: la tavola centrale di un trittico del SS. Salvatore e un quadro dedicato alla Madonna del Soccorso. I due quadri si possono ammirare in due diversi altari. Sono ignoti gli autori e il periodo storico; si possono far risalire alla fine del XV secolo.
S. Maria della Consolazione
La Chiesa originaria, iniziata intorno al 1515, risulta terminata nel 1526. Successivamente fu notevolmente modificata ed ampliata dal card. Alessandro Farnese, nipote di Paolo III e venne consacrata il 15 luglio 1565.
La cura del luogo sacro venne affidata ai frati Francescani in quanto, adiacente all’edificio, era stato edificato un Convento (terminato nel 1582) che rimase attivo fino al 1870. Nel 1960 fu abbattuto perchè ritenuto pericolante.
Intorno al 1591, la Chiesa venne arricchita e ristrutturata per volontà del Cardinale Odoardo Farnese, incaricando l'architetto Girolamo Rainaldi.
La chiesa, ad una sola navata, è di stile barocco; si compone di otto cappelle lateraliricche di stucchi dorati, un coro situato dietro l'altare maggiore ed un'ampia sacrestia con armadi artistici. Le singole cappelle furono abbellite dalle famiglie nobili del tempo.
La prima cappella, entrando a destra, è dedicata alla Madonna della Provvidenza; in essa è collocata una tela raffigurante la Madonna con ai lati S. Silvestro papa e S. Bonaventura.
Di seguito si trova la cappella, donata da Antonio Moscheni da Bergamo, dedicata all'Immacolata Concezione, rappresentata in un affresco circondata da angeli.
La terza cappella, con una tela della scuola di Mattia Preti raffigurante la deposizione del Signore, è dedicata alla Madonna della Pietà; anche questa fu donata dal Moscheni.
Ultima a destra è la cappella dedicata a S. Francesco ed alla Madonna di Loreto. Nel 1662 si arricchì di un Crocifisso ligneo di pregevole fattura, opera del frate Vincenzo da Bassiano. La cappella venne donata dal bolognese Taddeo del Forno (Rodomonte), nano di Corte dei Farnese.
La prima cappella a sinistra, per chi entra, è dedicata a S. Francesco con un quadro che lo rappresenta nel momento della preghiera per l'indulgenza della Porziuncola. Recentissimamente è stato scoperto che la tela è opera del pittore Anni9bale Carracci e che un bozzetto della stessa è al museo del Louvre a Parigi.
Nella seconda vengono raffigurati i Francescani S. Chiara e S. Elisabetta insieme a S. Rosa da Viterbo, S. Sebastiano e S. Lorenzo.
La successiva è dedicata a S. Antonio da Padova; costruita da Jacopo Nardelli è abbellita con una tela di Innocenzo Tacconi discepolo di Annibale Carracci.
La quarta cappella è dedicata alla Madonna del Rosario; vi è conservata un'artistica statua in legno della Vergine ed una tela raffigurante la Madonna e Gesù bambino attribuita a Carlo Maratta.
Di notevole pregio artistico è il tempietto in legno dorato, progettato dal Vignola, sopra l'altare maggiore. Al centro vi è collocato un affresco ovale raffigurante la Madonna della Consolazione. Risalente alla fine del XII secolo, secondo una tradizione fu ritrovato miracolosamente in campagna e fu venerato già prima della costruzione della Chiesa stessa.
L’artistico soffitto a lacunari è abbellito con dipinti e grandi statue in legno raffiguranti S. Egidio Patrono di Caprarola, S. Antonio, S. Francesco, l'Annunciazione, S. Bonaventura, le statue della Potestà, di S. Elisabetta, S. Luigi re di Francia, S. Chiara, la Sapienza, la Fortezza, l'Onore, S. Ludovico, S. Giovanni Apostolo e S. Bernardino da Siena.
Pregevole il portale d'ingresso in legno, racchiuso in una artistica cornice in pietra ove si legge la data dell'edificazione della Chiesa (1526); è artisticamente intagliato e su di esso si può notare oltre al nome dell'autore, la data di realizzazione (1564)
S. Marco
Situata ai piedi del paese fin dagli inizi del XVI secolo, fu ristrutturata dal Vignola, come risulta da un documento d'archivio del 1569 ed era già completata nel 1599. Come nel progetto iniziale, si compone di un grande vano con un solo altare.
Nel 1973, anno dell'ultimo restauro della Chiesa, che ne ha permesso la riapertura al culto, fu demolito un controsoffitto in legno a cassettoni dipinto (ormai cadente), a vantaggio delle belle capriate ancora oggi in vista. Sull'altare maggiore si trova una tela (inizio sec. XVII) che raffigura la SS. Trinità, la Madonna con Gesù bambino, i quattro evangelisti e S. Giovanni Battista fanciullo.
Sulla parete destra vi sono due nicchie, con i lati affrescati, che contengono le tele raffiguranti la decapitazione di S. Giovanni Battista (1618) ed il martirio di S. Sebastiano (1610).
Sulla prima nicchia della parete destra, si trova una tela raffigurante la Sacra Famiglia (sec. XVII) e sulla seconda un affresco raffigurante la Natività (1599) con ai lati S. Giovanni Evangelista e S. Stefano.
Madonna delle Grazie
Situata appena fuori il centro abitato sulla strada carbognanese, risale alla fine del XVI secolo.
E' ad un'unica navata con tre altari. La parete dietro l’altare centrale, oltre alla scena dell’Annunciazione ed affreschi di Santi martiri, conserva una bella immagine della Vergine col Bambino. Particolarità della Chiesa è la divisione in due del vano centrale della stessa con una parte anteriore racchiusa da un muretto in peperino e una cancellata in ferro battuto sicuramente risalente al tempo della costruzione. Sulla parete di destra si conserva un affresco raffigurante Santa Lutgarda in preghiera ed in quella di sinistra un affresco raffigurante l'eremita S.Girolamo in meditazione. Dopo un periodo di abbandono la Chiesa è stata più volte restaurata.
S. Teresa
Già nel 1620 il cardinale Odoardo Farnese (il cui ritratto si vede, entrando, sopra il portale della Chiesa) promosse a Caprarola la fondazione di un Convento che avrebbe affidato ai Carmelitani e della Chiesa annessa da dedicare a S. Maria e S. Silvestro. Continuò così un culto locale legato alla tradizione secondo cui, il papa Silvestro I, fuggendo dalle persecuzioni di Roma, avrebbe pernottato in una grotta a ridosso del fosso detto “Pilo”. In seguito la Chiesa fu dedicata a S. Teresa riformatrice dell'Ordine Carmelitano. I lavori per la Chiesa e per il Convento, sotto la direzione dell'architetto Girolamo Rainaldi, vennero ultimati nel 1623, infatti il 1° novembre la comunità religiosa vi si stabilì ufficialmente.
Lavori di manutenzione e di restauro sono stati effettuati in varie riprese; del 1954 è il rinnovo del pavimento della Chiesa e l'eliminazione di molte sovrastrutture.
La localizzazione di S. Teresa, situata fuori del paese, come quella degli altri elementi della struttura urbana di Caprarola, non è casuale, ma legata da una stretta relazione geometrica col palazzo Farnese.
Il rapporto progettuale Convento-castello, che concretizza il legame esistente tra il Signore e l'Ordine Religioso, già sottolineato dalla presenza del Casino di ritiro del Cardinale presso l'edificio dei Carmelitani, sarebbe stato accentuato da un altro progetto: la costruzione di un collegamento diretto (in particolare un ponte) fra il Palazzo ed il Convento, materializzazione dell'asse visivo che dal Palazzo inquadra la facciata della Chiesa.
Simmetricamente al complesso dei Carmelitani, dall'altro lato del paese, oltre il fossato della Madonna delle Grazie, sarebbe dovuto sorgere un Convento destinato ai Cappuccini, anch'esso collegato direttamente al Palazzo, creando in tal modo un triangolo in cui la dimora baronale si sarebbe posta come il vertice privilegiato. Il progetto non fu però completato.
La facciata della Chiesa, armoniosa e slanciata è in peperino lavorato, sormontata da gigli farnesiani.
L'insieme architettonico è completato da due corpi laterali in cui sono stati ricavati appartamenti per gli ospiti. L'interno è ad una sola navata con tre altari come aveva suggerito il cardinale Odoardo Farnese, sormontati da altrettante tele di pregevole fattura. Il quadro sopra l'altare maggiore è attribuito a Guido Reni (una copia si trova nella Chiesa di S. Marcellino a Roma in via Merulana) e raffigura la Vergine col Bambino, ai lati S. Teresa e S. Giuseppe (1623). Quello dell'altare di destra, rappresentante S. Antonio da Padova che predica ai pesci sulla spiaggia di Rimini (1627/1629), è di Alessandro Turchi detto l’Orbetto. La tela sopra l'altare di sinistra, opera di Giovanni Lanfranco, rappresenta S. Silvestro papa che celebra un rito sul Battistero di S. Giovanni in Laterano legando con un filo le labbra di un terribile drago (1627/1629).
Sopra i confessionali vi sono quadri che rappresentano episodi tratti dal Vecchio Testamento ed eseguiti dal fiammingo fra Luca di S. Carlo.
S. Rocco o Sacrario dei caduti
.Posta sulla piazza davanti al palazzo Farnese venne realizzata tra il XV ed il XVI secolo. Fu modificata ed abbellita tra il XVI ed il XVII secolo, a seguito della realizzazione dell'attiguo Convento delle Suore Agostiniane. Attualmente viene adibita a Sacrario dei Caduti. Trattasi di un piccolo edificio che si presenta molto ricco di stucchi e fregi di buona fattura, nonchè di blasoni della famiglia Farnese ed un soffitto a cassettoni dipinto. Quello che più attira l'attenzione sono gli affreschi, tipicamente di scuola toscana della fine del '500, che con molta probabilità furono eseguiti dagli stessi artisti che lavorarono, in quel periodo, nel Palazzo Farnese.
S. Maria Assunta
La sua costruzione risale circa al XIII - XIV secolo in quanto, essendo inglobata nell'attuale palazzo Fusaro, si presume fosse stata una dipendenza dell’ex castello dei di Vico. L'attuale edificio rinascimentale, che si presenta ad una sola navata, con abside semicircolare, è probabilmente il risultato dei numerosi rifacimenti dal cinquecento ai giorni nostri.
Pur non essendo molto grande, in origine, oltre a quello maggiore, aveva altri quattro altari laterali dei quali, dopo la ristrutturazione cinquecentesca, rimangono il secondo di sinistra ed il secondo di destra. Sulla parete sinistra, dove si trovava il primo altare, vi è una tela del XVI secolo che raffigura un gruppo di Santi. Proseguendo, si trova un altare rifatto di recente, dedicato alla Madonna Addolorata.
Qui si vede, in una nicchia, una bella statua dell'Addolorata a grandezza naturale che viene portata in processione il Venerdì Santo. Tra queste due opere, protetto da una bacheca, si conserva un'affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, contornata da ex voto.
E' un'opera abbastanza pregevole, databile al XIV secolo.
Addossato alla parete del coro, in un tempietto in legno, si conserva un piccolo dipinto su tavola raffigurante S.Maria Assunta.
Di scuola toscana, si può presumibilmente datare al XIV-XV secolo.
Il piccolo presbiterio è contornato da un coro in legno ove, oltre alla data di un restauro (1853), è raffigurato il simbolo della Confraternita della Morte e Orazione che usava la Chiesa come sede.
S. Anna
Edificata dalla famiglia Moscheni adiacente alla Chiesa di S. Lucia alla fine del XVI secolo, ne seguì la stessa sorte.
Ridotta ad un mucchio di rovine pericolanti, fu abbattuta ed al suo posto furono costruite delle abitazioni ed una piccola cappella dedicata a S.Lucia e S. Anna. Rimane ancora il caratteristico ed elegante campanile a vela in peperino che veniva utilizzato anche per la Chiesa di S. Lucia.
Originariamente la piccola navata era posta trasversalmente alla porta d’ingresso che dava sulla via del Pilo e poiché l’abside non era in simmetria, nel 1762 la Confraternita che amministrava la Chiesa vi innalzò un muro.
Dopo molti anni, facendo dei lavori di ristrutturazione, il muro fu abbattuto e venne riportato alla luce un bellissimo affresco raffigurante la Pentecoste con la Madonna e gli Apostoli in basso e lo Spirito Santo tra nuvole ed angeli in alto. Sul muro abbattuto vi era una tela raffigurante S.Anna, S.Silvestro papa, S.Carlo Borromeo, S.Lucia e S.Teresa.
L'affresco, degli inizi del XVII secolo, secondo lo storico Italo Faldi, è da attribuire al pittore viterbese Filippo Caparozzi.
Nella sacrestia, che si trovava di fronte all'ingresso, vi era un affresco raffigurante S. Anna con la Madonna e Gesù bambino.
Attualmente, dietro l'unico altare della cappella, si conserva il volto della Madonna del Pianto e la statua di S. Lucia che si trovavano nella Chiesa omonima.
Trattasi di una Chiesa di recente costruzione edificata tra le località "Paradisa" e "Magliano".
I lavori iniziati nel 1988 furono terminati nel 1990.
Progettata inizialmente dall'architetto Cosimo Colesante di Viterbo, è stata oggetto di modifiche ed abbellimenti da parte dell'architetto Michele De Meo di Roma.