Chi siamo
Caprarola conta 5.548 abitanti della provincia di Viterbonel Lazio.
Caprarola si trova nel versante sud dei Monti Cimini ad est rispetto il Lago di Vico, arroccata su uno sperone tufaceo è posta tra le vie consolari, ora strade statali, Cassiae Flaminia.
Pur essendo immersa nell'antico territorio etrusco, Caprarola getta le sue radici in epoca molto più recente, in particolare, si hanno le prime notizie dell'esistenza di insediamenti stabili intorno al XI secolo, questo, come avvenne anche per Ronciglione, a causa dei Monti Cimini anticamenti chiamati selva Cimina e considerati territorio impervio e impenetrabile. Durante il medioevo fu contesa da diverse famiglie feudatarie, nel 1275 si hanno prove che fosse sotto gli Orsini, ma per poco tempo, il potere passò infatti in breve tempo ai Prefetti Di Vico. Dal 1370, iniziò una lotta per il controllo di queste zone tra i Prefetti di Vico e i Conti d'Anguillara. Nel 1435 cadde sotto la giurisdizione della Santa Sede. Cinque anni più tardi, nel 1440, il feudo venne acquistato dal conte Everso dell'Anguillara ed a tale famiglia rimase fino al 1465, anno in cui ilPontefice Paolo II confiscò tutti i loro beni. Verso la fine del XV secolo, Caprarola venne affidata in vicariato ai Riario-Della Rovere, sotto il cui governo il paese cominciò a rifiorire ed a popolarsi.
Fu quindi nel XVI secolo che conobbe il massimo splendore, quando i Farnese, con la nomina a Papa Paolo III del card. Alessandro Farnese, e con la costituzione del Ducato di Castro, estesero notevolmente il proprio dominio costruendo fastose ville e castelli. A Caprarola fu costruita la residenza più rappresentativa del livello di ricchezza e di potenza che questa nobile famiglia raggiunse, il Palazzo Farnese di Caprarola.
Caprarola è famosa anche per la grande produzione di nocciole e per i dolci tradizionali a base di nocciole, tozzetti, amaretti, pampepati e la crema di nocciole eccezionale spalmata sul pane o per guarnire dolci.
CAPRAROLA PERLA DEI CIMINI
Nel suggestivo ambiente dei Monti Cimini, sulle pendici della conca vulcanica del Lago di Vico, tra monti boscosi e valli, sopra un banco tufaceo tra due profondi burroni si formò, intorno all'anno 1100, il primo insediamento abitativo di Caprarola.
Varie dinastie ( Orsini, Di Vico, Anguillara, Dalla Rovere, Riario) segneranno la vita del posto fino agli inizi del 1500, dopo l'annessione ai propri feudi da parte della famiglia dei Farnese del territorio di Caprarola. Per incarico del Cardinale Alessandro Farnese, divenuto papa con il nome di Paolo III, fu dato inizio alla costruzione del Palazzo Farnese di Caprarola, la cui realizzazione rimane comunque legata a suo nipote, il Cardinale Alessandro.
Progettato su disegno di Antonio da Sangallo, il Palazzo Farnese di Caprarola nacque come una rocca di tipo medioevale, che successivi progetti di Giacomo Barozzi da Vignola trasformarono in un "Palazzo"confacente al nuovo status raggiunto dalla famiglia. Con la realizzazione del Palazzo anche il piano urbanistico di Caprarola subì modifiche: al Vignola venne dato incarico di armonizzare, in funzione del palazzo, l'insieme discontinuo di abitazioni che costituivano il paese.
Per la creazione della via Diritta vennero usate tecniche urbanistiche assai impegnative per quei tempi. Si costruirono ponti, scalinate sottopassaggi; vennero abbattute vecchie case e costruiti nuovi palazzi più signorili, il tutto per realizzare quel capolavoro urbanistico (oggetto di studio anche dell'Istituto di Architettura del Principe di Galles - "The Prince of Wales's Institute of Architecture).che è il centro storico di Caprarola. Con il graduale decadimento della Famiglia Farnese, e con il passaggio del territorio di Caprarola allo Stato Pontificio per la cittadina iniziò un periodo decisamente meno fastoso. Le terre incamerate vennero amministrate da un "Appaltatore" e la popolazione fu duramente colpita dal fatto di non poter utilizzare il territorio, unica fonte di reddito, se non come pascolo.
Il 1870, con il passaggio del territorio dallo Stato Pontificio al Regno d'Italia, segnò una svolta importante per il graduale sviluppo del paese. In questo periodo vennero realizzate molte nuove strutture. Intorno al 1883 Francesco II di Borbone, Re di Napoli, erede testamentario dei Farnese, fece restaurare il Palazzo. Dopo l'unificazione d'Italia tutte le terre di Caprarola con le Scuderie ed il Cantinone passarono allo Stato .Italiano che nel 1941 acquistò interamente anche il Palazzo Farnese. Pian piano si giunse alla fine degli anni 40 e nell'immediato dopoguerra lo stesso Palazzo Farnese divenne residenza estiva del Presidente della Repubblica Italiana.
Ora era estremamente necessaria una espansione urbanistica per le giuste e moderne esigenze dei cittadini troppo ammassati nello stretto centro storico, e considerato che nello stesso tempo bisognava rispettare l'esistente abitato nella sua parte architettonica, l'amministrazione comunale ritenne giusto far redigere un piano Regolatore dall'allora illustre architetto Luigi Piccinato,urbanista di fama mondiale.Il piano,uno dei primi in Italia a livello di piccoli centri abitativi,dopo aver dettato norme in modo da non sconvolgere in nessuna maniera il centro storico stesso,anzi per preservarne la antica e suggestiva bellezza, prevedeva l'espansione edilizia,oramai necessaria,in due zone ad ovest dell'attuale abitato.Una denominata "S.Teresa" e l'altra "Paradisa". Entrambe si trovavano su due costoni divise dal fosso della Madonna del Parto. A loro volta erano divise dal centro storico da un altro fosso quello del Pilo. Lo stesso fosso divideva anche il centro cittadino dai moderni edifici scolastici,quello elementare e delle scuole medie.La realizzazione del Ponte degli Eroi, un opera che nel periodo era all'avanguardia della tecnica costruttiva,con le massime facilitazioni dei finanziamenti da parte dello Stato sfruttando il fatto che in quel periodo Caprarola era residenza estiva del Presidente della Repubblica on.Luigi Einaudi (questa fu una grande arguzia dell'allora Sindaco Gen.Guido BONAFEDE),permise il ricongiungimento sia delle zone di espansione che degli edifici scolastici.In quel periodo sempre sfruttando la presenza del Presidente della Repubblica, venne sistemata la rete viaria principale e la rete fognante, fu creato un nuovo e moderno acquedotto che integrava quello cinquecentesco dei Farnese, portando acqua direttamente dal Lago di Vico ed infine fu costruita la strada di circonvallazione per evitare il transito di mezzi pesanti nel centro abitato.
A questo punto si avvio' la concretizzazione delle due nuove zone di espansione.Da allora ad oggi ,grazie anche alla ricchezza fornita dalle risorse del territorio caprolatto cioe' la coltivazione del nocciolo, le abitazioni sono piu' che raddoppiate.La zona della Paradisa e' diventata il fulcro della cittadina dopo il trasferimento dal centro storico,degli Uffici Postali e di
una banca.Ha un proprio centro commerciale con numerosi negozi di vendita al dettaglio,supermercato,parrucchieri,studi commercialisti, bar e pizzerie. Successivamente con una riforma al piano regolatore vennero create altre zone di espansione:Magliano , Poggio dei Cerri ed il Casotto,e fu costruita anche una zona artigianale in localita' Riario.
IL PALAZZO FARNESE
La costruzione del palazzo – con la sua caratteristica forma pentagonale – fu affidata da Alessandro Farnese(divenuto papa Paolo III) ad Antonio da Sangallo che iniziò i lavori intorno al 1530 e, dopo un’interruzione, fu terminata da Alessandro Farnese (nipote di Paolo III) che ne commissionò l’esecuzione a Jacopo Barozzi da Vignola.
Recenti ricerche hanno portato alla luce vari disegni, risalenti alla prima metà del ’500, attribuiti al Sangallo ed a Baldassarre Peruzzi, nei quali è possibile individuare la “Rocca di Caprarola“.
Lo studio del Vignola, come si evince da una serie di scritti e progetti, iniziò prima del 1555, pertanto l’edificio risulta un insieme di architettura militare e civile.
Bastioni, fossati, recinti e ponti levatoi danno l’idea della fortezza militare; giardini, architettura elegante e capolavori artistici, danno l’idea del palazzo signorile.
Esso può considerarsi terminato nel 1575, anche se ulteriori lavori di rifinitura si protrarranno fino al 1583.
A molti anni dopo risale la definitiva sistemazione della parte antistante il Palazzo ed il completamento dei giardini, finiti infatti da Jacopo Del Duca e da Girolamo Rainaldi.
Numerosi pittori ed artisti lavorarono nell’arco di un ventennio alla realizzazione del ciclo iconografico.
Federico e Taddeo Zuccari, Antonio Tempesti, Jacopo Bertoia, Raffaellino da Reggio, Giovanni Antonio da Varese, Giovanni de Vecchi e tanti altri meno conosciuti, eseguirono fedelmente le indicazioni di quei grandi letterati che furono Annibal Caro, Fulvio Orsini ed Onofrio Panvinio.
L’edificio si compone di 5 piani:
- i Sotterranei,
- il Piano dei Prelati,
- il Piano Nobile (l’unico visitabile),
- il Piano dei Cavalieri
- ed il Piano degli Staffieri.
Sotterranei: vi si accede dall’ampio piazzale antistante il Palazzo, tramite un grosso portale chiamato “del Facchino” o da un corridoio sotterraneo che parte dal “Cantinone” (con ingresso nell’area chiamata “Peschiera”); erano adibiti per lo più a cucine, forni, mulino, magazzini e dispense.
Piano dei Prelati: vi si accede dal portone principale, mediante un ponte che un tempo era levatoio o dalla Scala Regia che inizia dai Sotterranei. Si compone di vari ambienti: Sala d’Ingresso, Cortile con porticato,Sala di Giove, Appartamento dell’Estate, Gabinetti dei Prelati ed Appartamento d’Inverno.
Escluse le due sale, tutte le altre stanze sono affrescate solo nella volta.
La Scala Regia, capolavoro del Vignola, è del tipo elicoidale con 30 colonne doriche; tutta in peperino grigio, è totalmente affrescata e termina con una cupola pure affrescata.
Piano Nobile: vi si accede dalla Scala Regia passando nel secondo ordine di porticato e dopo una cameretta detta “Seconda Guardia“. Gli ambienti di questo piano si suddividono in due tipi: sale di rappresentanza edappartamenti privati;
la loro denominazione deriva dal soggetto del ciclo iconografico.
Le sale di rappresentanza, totalmente affrescate, sono: la Sala d’Ercole, la Cappella, la Sala dei Fasti Farnesiani, la Sala del Concilio, la Sala degli Angeli e quella del Mappamondo.
Gli appartamenti sono composti: dalla Camera dei Sogni, la Camera dei Giudizi, la Camera della Penitenza, laStanza del Torrione (unica con soffitto in legno), la Camera della Solitudine, la Camera dei Lanifici e laCamera dell’Aurora.
Queste stanze sono affrescate solo nella volta, in quanto le pareti venivano arricchite con arazzi e quadri.
Piano dei Cavalieri: vi si accede dalla balconata sovrastante il porticato e si compone di 61 stanze.
Piano degli Staffieri: vi si accede dalla scala detta “del cartoccio” e si compone di 26 stanze con piccole finestre proprio sotto il cornicione del Palazzo.
Questi ultimi due piani non hanno nulla di artistico e da ciò si desume che fossero utilizzati dal personale di corte.
Di grande importanza artistica sono i giardini all’italiana, all’interno del parco del Palazzo.
Essi si dividono in Giardini Bassi e Giardini Alti.
I primi sono due grandi giardini pensili quadrati (detti dell’Estate e dell’Inverno) che si trovano all’altezza del Piano Nobile e sono raggiungibili mediante due ponti, rispettivamente dalla Camera dei Lanifici e da quella dei Giudizi.
I Giardini Alti sono un superbo esempio di giardino all’italiana; con una serie di fontane, ripiani, statue ed una elegante Palazzina, creano una profonda suggestione nel visitatore il quale si trova immerso in una cornice di un verde intenso.
SACERDOTI DI CAPRAROLA
Don Marcello Ricci sacerdote salesiano attualmente a Roma
P. Giovanni Monti religioso domenicano Atualmente a Fiesole
Don Pietro Ruzzi deceduto ultimamente dopo 50 anni di Missione nel Bourkina Faso
Don Mimmo Ricci attualmente parroco a Caprarola.
Don Moreno Barlocci deceduto recentemente
Don Augusto Mascagna attualmente parroco a Orte